Una donna sola, abbandonata, disperata, vaga immersa nei propri pensieri. Il suo dolore esplode in un lamento intenso e lirico. Non sa di essere osservata e compatita. Musica e dipinti illustrano il percorso di questa moderna Arianna, dialogando fra loro, esplorando gli stati d'animo della donna, e dando voce ai suoi lamenti, fino a riportarla alla vita.
Il progetto “L’anima ferita” è una libera rielaborazione de L’Arianna scritto da Ottavio Rinuccini e musicato da Claudio Monteverdi. L’opera riprende il mito di Arianna e Teseo dopo la sconfitta del Minotauro. Teseo, di ritorno ad Atene, capisce di non poter ritornare insieme ad una donna che ha tradito il suo popolo, ormai senza patria e titoli, e parte durante la notte mentre Arianna dorme. La donna capisce presto di essere stata lasciata sull’isola deserta: affronta il trauma dell’abbandono, conosce la rabbia e la disperazione per essere passata da principessa a vagabonda, da corteggiata ad abbandonata ed esiliata. La mitologia e l’opera ci raccontano come, all’insaputa di lei, il dio Dionisio è già stato folgorato dalla sua bellezza, mentre è immersa nella disperazione, ed è quindi lui che la corteggia e la sposa, rendendola divina e facendole riassaporare la gioia di vivere.
I dipinti di Justin Bradshaw si soffermano sulle trasformazioni di questa moderna Arianna attraverso varie fasi, e saranno animati in un montaggio video ed accompagnate da una musica composta da Chiara Strada e Valeria Villeggia appositamente per la rassegna “Domeniche di dialoghi e musica”. Chiara (mezzosoprano) e Valeria (soprano) saranno accompagnate dal Tiorba di Simone Colavecchi, il flauto di Alessandra Amorino, e gli strumenti elettronici suonati da Andrea Mancianti. I costumi sono di Benedetta Bruzziches
L’Arianna di Monteverdi è stata presentata come parte dei festeggiamenti, nel 1608, per il matrimonio di Francesco Gonzaga di Mantova con Margherita di Savoia. Il testo dell’opera è arrivato ai nostri giorni, ma la musica è scomparsa, tranne che per il lamento d’Arianna, che rappresenta il momento culminante del dramma. Questo lamento ci è arrivato intatto perché Monteverdi lo ha ripubblicato qualche anno più tardi come parte di una collezione di madrigali. Il lamento, così pubblicato, ha goduto di un grande successo e, tramite le copie stampate della partitura, veniva cantato e sentito da moltissime persone negli anni, al punto che ha influito su diversi compositori e librettisti successivi come, per esempio, Georg Friedrich Händel. Egli, infatti, ha composto ‘L’Armida Abbandonata’ durante il suo soggiorno nel Castello Ruspoli di Vignanello nel 1707. Nel testo di questa cantata si leggono parecchi rimandi diretti al “lamento” d’Arianna, dimostrando che chi ha scritto questo testo conosceva bene e stimava il lavoro di Monteverdi e Rinuccini.