La pittura di Justin Bradshaw ci presenta le sue opere non già come prodotti, come cose tra le cose, come oggetti presi dentro una certa rete di valori e di significati, bensì come eventi fotografati in un dato momento, in un certo stato del movimento che ogni volta irrompono nel mondo rifondandolo come originaria possibilità di comunicare e quindi di istituire nuove forme dell’origine.
La sua pittura ci informa della luce, della possibilità che questo evento fisico celi/palesi tra velamenti e trasformazioni, occultamenti ed allusioni il significato più profondo della comunicazione artistica; uno squilibrare per riequilibrare, non cercare ma attendere, nascondere le idee ma in modo che le si trovi.
I percorsi degli acquarelli di Bradshaw sono percorsi inattesi,ardui, indiretti che raggiungono un senso osservandone un altro, lasciando vuoti che solo l’interpretazione
di volta in volta differente, può provvisoriamente colmare. “Disvelante celarsi”, ma anche “celante disvelarsi”, l’immagine rappresenta sempre di più di quanto essa stessa sembra offrire, i sensi si moltiplicano al di là delle
intenzioni del suo autore, tragitti evocativi si irradiano come incursioni in altri territori che l’emergenza di un nuovo con-testo fa bruscamente emergere.
- Fabio Galadini
I. Umbilicus urbis
Genio del mondo fragile
pozzo al centro del centro
del Centro.
Occasione propizia per la discesa
ai regni di Vulcanus, Dite, o Proserpina.
Romolo ti ha segnato
come fossi soltanto pietra
e non geometria, numero, frattale.
Mundus.
I piedi vanno in tondo,
accarezzano l'orlo
del pozzo del mondo.
- from "Mirabilia Urbis" by Fabrizio Falconi
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